La meccanica del tempo

“Il tempo che abbiamo quotidianamente a nostra disposizione è elastico: le passioni che sentiamo lo espandono, quelle che ispiriamo lo contraggono; e l’abitudine riempie quello che rimane.”

— Marcel Proust, All’ombra delle fanciulle in fiore

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Genovesità

Domani aperitivo con Dave Winer. Coglieremo — al volo — l’occasione per mostrare al protoblogger le facce (poco) nascoste e le lingue quasi perdute dei web logger genovesi.

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Gli ingranaggi di Google

Il browser è il nuovo desktop…

Perché appoggiarsi a una piattaforma alternativa quando basta usare un’estensione (open source)?

Google Gears, ultima trovata del gioiello di Mountain View, nasce per arricchire le possibilità degli attuali browser (solo Firefox e IE, per il momento) mettendo a disposizione di JavaScript nuove funzioni e un’infrastruttura per consentire la creazione di applicazioni capaci di operare offline.

Gli ingranaggi di Gears

  • LocalServer per lo storing e il retrieving di contenuti statici in locale
  • Database per immagazzinare i dati dell’applicazione sulla macchina dell’utente
  • WorkerPool per gestire l’esecuzione di task a lunga durata (per esempio procedure di sincronizzazione dati tra server e client) senza bloccare l’interfaccia utente

Per l’implementazione di Database è stato utilizzato SQLite (con supporto full-text search).

Per ciò che concerne il discorso sicurezza Gears utilizza la same-origin security policy.

Presto sarà disponibile anche per Safari, come testimonia il codice nel repository SVN (vedi sotto).

Vi lascio con una aggiunta all’ottima documentazione…

Come disattivare temporaneamente Google Gears in IE7

  • andare in Strumenti > Gestione componenti aggiuntivi > Attiva o disattiva...
  • disattivare le voci che cominciano con “Google Gears”

link: La pagina del progetto (da cui potete scaricare il sorgente)

svn checkout http://google-gears.googlecode.com/svn/trunk/ google-gears

un esempio d’uso di Database: YouMark 0.1 (partendo dal sample)

e di LocalServer: go_offline.html (nella documentazione ufficiale)

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I computer superficiali di Microsoft

aggiornamento: La superficie

Il colosso di Redmond ha da tempo scelto la sua via per il futuro: investire nella ricerca tecnologica a tutto campo per realizzare in breve tempo idee da sogno, cercando di bruciare (in ogni senso) i concorrenti. In molti hanno scelto questa via, ma il peso nel mercato dell’azienda di Gates risulta — nel bene o nel male — sempre indubbio.

Si rivolgono gli sforzi al miglioramento degli attuali strumenti per la raccolta, l’analisi, l’archiviazione, la ricerca e la presentazione di contenuti testuali — tema (come sapete) a me caro. In questo ambito, in verità, le idee di Microsoft appaiono ancora poco chiare; inoltre i concorrenti (grandi e piccoli) sono più che agguerriti.

Altri fronti (e conseguentemente processi aziendali) invece si occupano dello sviluppo di oggetti innovativi, strumenti — per intenderci che non stonerebbero nelle scene di Minority Report.

Navigando in research — facciata dell’innovazione del colosso — si passa dal provare sensazioni simili a quelle suscitate dai filmati di orientamento della Hanso Foundation, a quelle fatte emergere dai cataloghi IKEA, ad altre legate a immersioni nei manuali di Ingegneria del Software, alla gioia pura, al disgusto più vivido.

Ma torniamo al presente…

Milan

Surface computer — E’ una delle catch phrase di questi giorni. Rappresenta uno sguardo verso il futuro concreto e prossimo dell’interazione uomo-macchina, un passo avanti con le radici ben salde nella stretta e pragmatica interazione tra hardware e software.

Portare le interfacce dei calcolatori su superfici impensabili, per esempio quelle degli oggetti della casa (pensate per esempio al rivestimento di un frigorifero).

La più recente creazione legata al filone surface computing si chiama Milan, tanto recente da far pensare che il nome non sia stato scelto a caso. Microsoft, forse per strategia, ci ha abituato ai lanci flop — anche Milan difficilmente si esimerà da questa sorte.

Eviterò di spiegarvi di cosa si tratta nei dettagli, di queste cose abbiamo già parlato in abbondanza; abbiamo già letto e visto molto al riguardo. Se non siete convinti di questo e vi piacciono le riviste di meccanica, date un’occhiata a questo video superficiale (e a questo).

Multitouch computing. Toccate multiple ai calcolatori. Adesso.

Molte dita, molti utenti, orgie cibernetiche… Ne sentiremo parlare!

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Punti di partenza

“I progressi fondamentali hanno a che fare con la reinterpretazione di idee di base.”

— Alfred North Whitehead

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Direzione lettore

“Nessuno ha obblighi di nessuna specie: liberi di gettar via il libro anche dopo due pagine, per non riaprirlo più. Ma ci sono, vedete, certi lettori delicati, che vorranno infallibilmente leggere tutto fino alla fine, in modo da poter dare un giudizio imparziale: tali, per esempio, tutti i critici russi. Nonostante tutta la loro diligenza e coscienziosità, fornisco loro il più legittimo pretesto per gettar via il libro al primo episodio.”

— Fëdor Mikhailovič Dostoevskij, I fratelli Karamazov

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Caos sistematico

“La classificazione delle cose che compongono un caos: niente di meno si tenta qui.”

— Hermann Melville, Moby Dick

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Liberare dai cartocci

Si va alla vendemmia e si mangia e si canta;

si va a spannocchiare e si balla e si beve.

Si sente ragazze che ridono,

ché qualcuno ricorda il caprone.

— Cesare Pavese

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Catch-22

Prima o poi tutti finiamo (logicamente) in una situazione Catch-22. Un esempio [ edit: fictional ] semplice si trova nel contesto del passaggio dallo studio al lavoro — ti laurei e non riesci a trovare lavoro perché per quel posto (o quell’altro) viene richiesta un’eccessiva esperienza lavorativa; il problema è che non puoi guadagnare (quel tipo) di esperienza senza un lavoro (simile). Qui scatta una Catch-22 niente male, e da dietro sale la carogna (che bei ricordi!).

quasi formale, ma paradossale: C => (A & B), dove (A => ¬B) e (B => ¬A)

Se vi trovate in una situazione simile il mio umile consiglio è di passare a un livello meta, estraendo l’argomento Joseph Heller (cfr. Heller 1961) condito con vari riferimenti “esegetici” su Lost — descrivere precisamente le situazioni ripaga (quasi) sempre. Dopo la (meta)descrizione spesso però bisogna passare all’azione (uscire dal deadlock)… Cosa? … Mi sono spinto troppo avanti?!

Catch-18 … 11 … 14 (non è divertente!) … 22

riferimenti: Catch-22 (su Wikipedia)

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Etch dentro all’uovo

Oggi è uscita la Debian GNU/Linux 4.0 (etch). Molte le novità, tra le quali spicca l’introduzione dell’utilizzo di tecniche crittografiche forti per la validazione dei pacchetti scaricati (secure APT).

21 mesi di attesa per la nuova stable (release stabile), durante i quali una distribuzione derivata chiamata Ubuntu ha guadagnato moltissimo in popolarità. Riguardo a quest’ultima il 19 aprile la Ubuntu 7.04 (Feisty Fawn) verrà rilasciata ufficialmente.

punti di partenza: Index of /debian-cd/4.0_r0 (… netinst.iso)

punti di incontro: Contributing to Debian

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