A volte capita di leggere post che colpiscono parecchio, che riescono a evocare sensazioni profonde, personalissime e dannatamente complesse. La voglia di riuscire a comunicare questi pensieri all’autore è grande, ma trovare le parole adatte è difficile, anche perché spesso non esistono. Si finisce per scrivere qualche frasetta sciocca, se non altro per lasciare un segno (positivo) del proprio passaggio. A questa azione segue una fastidiosa sensazione di “frustrazione linguistica”. Oppure si tentano prodezze verbali, che sistematicamente producono frasi incomprensibili, che (forse) è anche peggio.
Me, myself and I
Mini progetti
Archivi