Credo fortemente nel sacro potere dell’ipse-dixit(smo), per questo — pur pensandola in modo simile — preferisco riportare le parole di Neil McAllister (fatal exception) apparse in un post sugli SDK dei due “smartphone” pubblicato sui weblog di InfoWorld:
Gli iPhone * e i telefonini costruiti su Android sono “entrambi” equipaggiati con web browser basati sull’engine di rendering WebKit. Questo significa che le applicazioni web progettate per uno si visualizzeranno quasi identicamente sull’altro. Le stesse applicazioni si potranno visualizzare correttamente anche sui browser desktop che wrappano WebKit, come Safari, Google Chrome ecc [ quest’ultimo fattore, agli occhi di uno sviluppatore, rappresenta un enorme vantaggio nei contesti di testing e debugging delle applicazioni ].
E poi…
Google isn’t getting into the mobile phone market to be a developer tools vendor. It’s hoping that it can advance the mobile web platform far enough that it will become a viable stream of advertising revenue.
Se fossi 1) un imprenditore 2) italiano 3) lungimirante (credo invece di non [poter, in questo spesso agro paese] essere il primo, di essere il secondo e quanto basta del terzo) inizierei facendomi — o meglio facendo fare ai miei dipendenti, magari sostenuti da chi già possiede il know-how relativo a questi nuovi device — le ossa su quello che per il momento viene offerto dal mercato, ovvero gli iPhone (e gli smartphone che non ho menzionato).
* iPhone / iPod touch